Bitcoin alla Camera dei Deputati: cos'è successo davvero
I più cinici diranno "in cravatta dai cravattari", ma l'esperienza è stata più che ok
Una doverosa premessa: posso parlare soltanto della mia esperienza, che è durata un’ora. Ero dall’altra parte della barricata, con tanto di nome davanti - Gianluca Grossi - e sì, è stato un po’ strano.
Sull’organizzazione: l’idea è stata dell’On. Marcello Coppo, che da tempo cerca di defibrillare il Parlamento a tema Bitcoin. Ha creato un gruppo parlamentare sul tema - che a quanto mi risulta è composto prevalentemente da membri di Fratelli d’Italia.
Ma allora sei amico delle tecnodestre? Primo: delle mie inesistenti affiliazioni politiche dovrebbe interessarvi il giusto. Secondo: se c’è da parlare di Bitcoin, sarei disposto a farlo in tutto lo spettro che va dalle risaie di Pol Pot al parlamento cileno durante la dittatura di Pinochet. Figurarsi se non vado a farlo su invito di Coppo e con la gestione di Annino, entrambi tipi simpatici, vispi e alla mano. Cosa che non sempre si può dire di chi frequenta quelle aule.
Dove? Era l’aula dei gruppi parlamentari. Si entra da Via Campo di Marzio, quindi nessuna entrata trionfale. Poco male: c’erano i valletti e tutta quella corte di gente strana che permette alla politica italiana di funzionare. Mi aspettavo le tartine, ma non c’erano.
Ok ma tu che hai fatto? Ho parlato all’interno di un panel che doveva essere dedicato al rapporto tra banche centrali e Bitcoin. Si è virato però più sul contenuto politico di Bitcoin, almeno nel mio intervento. Non credo di aver sentito neanche una volta pronunciare la parola Banca Centrale, ma chissenefrega.
Ti sei messo due cerotti in bocca per non dire cose sconvenienti? Nonostante le mie ripetute richieste sui limiti convenienti per un luogo di quel tipo, in realtà non ho ricevuto indicazioni in merito. Ergo: libertà totale di dire quello che si voleva. Ottimo. Le raccomandazioni sul tenere un comportamento urbano - forse necessarie per qualcuno del giro - sono sempre antipatiche.
Cosa hai detto, GG?
Molto in breve: (qui un breve estratto del mio intervento, in realtà ho parlato di più e di più cose).
Quella di governare Bitcoin è una fantasia. Bitcoin si governa benissimo da solo e ha resistito ad attacchi da paesi con una potenza di fuoco ben maggiore di quella italiana.
Spesso è meglio avere una regola in meno che una regola in più (a domanda su cosa dovesse fare il governo).
Bitcoin si nutre degli attacchi che gli vengono portati: più si attaccherà Bitcoin, più saranno le persone che lo riterranno necessario.
Bitcoin è politico perché la politica ha reso politico il denaro, utilizzandolo come arma.
Bitcoin è per tutti, il che include anche quelli che non ci piacciono.
Sperando di aver offerto alla scombinata community che anima Bitcoin un buon servizio, vi saluto augurandovi una buona domenica.
Daje GG!
Complimenti di cuore GG! Intervento prezioso e sempre con estrema umiltà.