Carta, John Law e SBF. E niente Davos
MiCA rimandato, paletti per l'Euro Digitale e la singolare realtà che Sam Bankman-Fried crede di ricordare
GIULIANOVA (TE) - È stata la settimana del meeting annuale del World Economic Forum di Davos. Ne hanno parlato tutti? Avete ragione. Se n’è parlato troppo? Avete di nuovo ragione.
Niente paura, non ne parleremo qui. Ci sono tante succulente notizie sul denaro di oggi, sul denaro di domani e su chi vorrebbe governarlo.
L’Eurogruppo fissa i paletti per l’Euro Digitale (comunicato stampa ufficiale)
UNIONE EUROPEA - L’innovazione che nessuno ha chiesto e che nessuno usa neanche in Cina avrà dei paletti, almeno in Europa. Si esprime l’Eurogruppo, la riunione informale dei ministri delle finanze dei paesi membri. Come dovrà essere l’Euro Digitale? Dovrà tenere conto della privacy degli utenti, dovrà essere complementare al contante e all’euro classico e, chiaramente, essere a corso legale.
Che vuol dire? Vuol dire che tutti dovremo accettarlo in pagamento. Cosa, permettetemelo, curiosa per una rivoluzione digitale, come la chiamano le banche centrali di mezzo mondo. Cosa curiosa per una moneta digitale che dovrà essere… complementare all’euro classico.
FBI e Dipartimento della Giustizia USA: grande operazione verso un exchange che nessuno ha mai sentito nominare (da Criptovaluta.it)
WASHINGTON D.C. - Mercoledì scorso DOJ e FBI hanno fatto tremare i mercati cripto. Quando in Italia era il primo pomeriggio, è arrivato l’annuncio di un’operazione di respiro internazionale che avrebbe colpito le criptovalute. Panico, vendite a catena, si vocifera che qualcuno abbia anche messo nel microonde il proprio wallet hardware.
Alle 18:00 la rivelazione: arrestato il CEO di Bitzlato, exchange di proprietà di un russo ma con server a Hong Kong, che nessuno ha mai sentito nominare. I media mainstream ci vanno a nozze. FBI dice che andranno a prendere qualunque criminale, anche se fuori dalla giurisdizione USA. Scene alla Dredd - la legge sono io. Sopra, il video. No, non quello del film di Stallone. Quello della surreale conferenza stampa.
In Australia lotta privata contro le CBDC (da Criptovaluta.it)
SYDNEY - In Europa l’Euro Digitale è affare di BCE. Negli USA è affare di Federal Reserve. E così è per la pletora di banche centrali in giro per il mondo che hanno avviato progetti simili. Non in Australia. O meglio, la Banca Centrale Australiana ci sta provando. Le banche private però sembrano essere di diverso avviso.
NAB ha annunciato la nascita del secondo stablecoin basato sul dollaro australiano. Sarà privato, girerà su Ethereum e Avalanche e sarà tutto quello che dovrebbe essere il denaro digitale: nessun obbligo di uso e… che vinca il migliore. Quello che le persone decideranno di usare. Non vi piacciono Avalanche e Ethereum? Pazienza. Chi lo utilizzerà lo farà consapevolmente - e senza la minaccia della forza pubblica che è invece insita nelle valute che hanno corso legale.
Sam Bankman-Fried è il nostro John Law (dall’account Twitter di SBF)
CUPERTINO (e per la precisione la casa dei genitori di Sam Bankman-Fried) - Ci vorrebbe un substack soltanto per seguire le mattane di Sam Bankman-Fried. Dall’esilio di Cupertino Sam Bankman-Fried ne scrive di tutti i colori. Pubblica un balance sheet scarabocchiato su Excel che ci ricorda che l’ex leader di uno degli exchange più ricchi del mondo non ha alcuna idea sul come tenere la contabilità di una società.
FTX US, ripete strillando, è ricca e potrebbe rimborsare i clienti anche domani. Poi plaude all’ennesima storia assurda che arriva dal fallimento di FTX: il nuovo CEO, l’uomo di ferro che aveva curato anche il fallimento di Enron, dice che FTX potrebbe effettivamente ripartire, come in realtà aveva già detto in passato più volte SBF. Situazione così assurda che qualcuno pensa che sia una cospirazione per portare il più in alto possibile il valore degli asset di FTX.
Non finisce qui, siatene certi. E siate certi anche del fatto che Plutarco, quello de Le Vite Parallele - Βίοι Παράλληλοι per chi ha fatto il Liceo Classico - avrebbe dedicato un capitolo della sua magnifica opera a Sam Bankman-Fried e John Law.
John Law, il gioco d’azzardo, la moneta magica e Sam Bankman-Fried
Quando biscazzieri e sovrani a caccia di denaro incrociano le proprie strade, meglio camminare con una mano davanti e una dietro. È successo con John Law, nella Francia di inizio ‘700.
L’antefatto è questo: il giocatore d’azzardo professionista nonché fuggitivo John Law (aveva ucciso un uomo a duello) è un gran conoscitore del funzionamento delle banche dell’epoca. Dopo aver girato un po’ in Europa gestendo una casa da gioco itinerante, incontra il reggente di Luigi XV (allora troppo giovane per il trono). il Duca D’Orleans Filippo II°. Dato che le casse francesi versano in pessime condizioni e dato che l’avaro e il fallito si accordano presto, per i due è amore a prima vista.
John Law promette di liberare il paese dall’angoscia dei tassi di interesse, della svalutazione monetaria e della scarsità stessa di moneta. E come? Riducendo le spese folli dello stato? Giammai: John Law, biscazziere e giocatore d’azzardo, ha pronta una ricetta magica per rendere il Regno di Francia ricco, anzi ricchissimo.
L’idea è semplice: rimpiazzare l’oro e l’argento con delle note di credito cartacee. Note emesse in gran numero, che aumentano l’offerta di credito e di capitale.
Altra idea di John Law: rimpiazzare il debito pubblico francese con delle quote in imprese economiche con la benedizione dello stato. Un piano diabolico, che si svilupperà come segue.
Nel 1716, con una legge speciale approvata da Filippo D’Orleans, viene creata la Banque Generale. Tale banca ha il potere di emettere note che hanno come sottostante una quantità fissa di argento. Nel 1717 il regno francese inizia ad accettare il pagamento delle tasse tramite tali note. Sempre nello stesso anno Law ottiene autorizzazione reale per creare la Mississippi Company, una compagnia che ha il monopolio del commercio con l’omonima area.
Nel frattempo decide anche di permettere l’acquisto delle azioni di tale impresa tramite le note di cui sopra. È la ricetta magica: chi riceve tali note, che vengono scambiate sul mercato ad 1/3 del valore nominale, tanta era la fiducia in questa nuova moneta cartacea, può utilizzarle per acquistare le azioni della compagnia del Mississippi.
Volumi creati da zero, detentori delle note che sanno di poterle scambiare sempre con azioni di un’impresa quasi certamente redditizia. John Law sembra un gran genio e arriva gente dai quattro angoli dell’Europa per acquistare azioni di questa compagnia. Il prezzo delle azioni raggiunge un picco nel 1719 di circa 60 volte il prezzo di quotazione originario.
Come è accaduto nel caso del nostro Sam Bankman-Fried, anche nella storia di John Law arriva poi la realtà, cruda e meschina, a chiedere conto delle fantasie di ricchezza di chi pensa di poterla generare aumentando la carta in circolazione.
Nel giro di poco i prezzi dei metalli preziosi raddoppiano, i salari non reggono, si scopre che in Mississippi non ci sono metalli preziosi e neanche una vita facile al punto tale da attirare coloni. Si innesca la più classica delle corse allo sportello. John Law, che aveva prodotto note a profusione per sostenere il prezzo delle azioni… non ha metalli preziosi in cassa per garantire la convertibilità in argento e oro che aveva promesso.
Tumulti fuori dalla Banque Generale, che nel frattempo era diventata Banque Royal. Qualche morto e una confusione che sarà sedata dopo diversi giorni. I pezzi di carta tornano quello che erano sempre stati dal principio: dei pezzi di carta.
Il sogno di John Law passa dal riscatto possibile per le casse della Francia ad un’ecatombe finanziaria che farà associare note e banconote al terrore più puro sia dalle parti di Parigi, sia nel resto d’Europa.
Un po’ come, sarebbe forse questo il parallelo di Plutarco, quel Sam Bankman-Fried che pensava di poter sostenere all’infinito FTX e Alameda con i suoi $FTT, token crypto creato dal nulla e che nulla è tornato ad essere.
Sarebbe però più difficile individuare il Duca D’Orleans della parabola di Sam Bankman-Fried. A quanto pare circa 1/3 dei Membri del Congresso USA avrebbero ricevuto direttamente o indirettamente denari da Sam Bankman-Fried. Così come sarebbero a decine i pezzi grossi di SEC, CFTC e altre agenzie federali USA che lo avrebbero accolto a braccia aperte.
Sam voleva rivoluzionare il mercato dei futures, mettere fuori legge i protocolli della finanza decentralizzata e anche lordare Bitcoin con le sue fregnacce. Le cose, come nel caso di John Law, sono andate diversamente. Perché i soldi non sono importanti, sono l’unica cosa che conta. E perché la realtà, prima o poi, torna sempre a livellare le illusioni di grandezza. Come se fosse il triste mietitore, con una predilezione però però i voli più pindarici.
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Questa uscita di Cryptorama è sponsorizzata da Criptovaluta.it. L’illustrazione è di Mattia di Marcantonio.