C'era arrivato pure Lenin
Pur poco brillante in economia, anche Vladimir Il'ič Ul'janov aveva capito che i prezzi...
Sembrava la settimana perfetta per i legionari del denaro fiat. Silvergate Bank porterà i libri in tribunale - e certi ceffi del Senato USA avevano dato la colpa alla sua vicinanza agli intermediari Bitcoin e cripto.
Peccato che qualche ora dopo lo stesso destino sia toccato a Silicon Valley Bank, istituto in sofferenza e passato sotto il controllo del regolatore nel giro di 48 ore.
Colpa di intermediari Bitcoin o cripto? No, anzi, è uno stablecoin a pagarne le conseguenze, in uno dei primi casi di contagio da economia che fu a economia che (non) sarà.
È per il vostro bene: SEC blocca accordo Binance/Voyager (da Criptovaluta.it)
La storia è questa: Binance vorrebbe rilevare Voyager, società in difficoltà e che deve (tanto) denaro ai suoi (ex) clienti. Il 97% dei clienti ha votato sì all’accordo, che permetterebbe di recuperare circa 75 cent sul dollaro. SEC protesta, il giudice dice che non ha tempo da perdere aspettando che il Congresso e l’Agenzia decidano come muoversi. SEC fa appello.
Una sveglia per tutti quelli che senza il regolatore chi penserebbe ai consumatori, come se questi fossero dei bambini in perpetuo bisogno di chi li accompagni per mano. Questa volta questi animali mitologici, i consumatori, finiscono invece consumati da una guerra nella quale SEC non vuole fare prigionieri. Perché pur di comandare si è sempre disposti a farlo, se necessario, sulle macerie.
Una commissione del Congresso per frenare il sovrano assoluto (video, audio e resoconti dal sito del Congresso)
C’è una commissione al Congresso USA che vuole vederci chiaro. In settimana si è riunita portando a testimoniare anche Paul Grewal di Coinbase, Mike Belshe di BitGo e un paio di professori, uno contro SEC, l’altro braccio accademico di Gary Gensler. Il tema del contendere? Coincidenza o coordinazione nell’attacco USA al mondo Bitcoin e crypto?
Un’ora spassosissima, dove tutti dicono che si registrerebbero volentieri se non fosse che… non c’è alcuna procedura per registrarsi. Premio tonto del villaggio a Bill Foster, Democratico dell’Illinois, che chiede se sia possibile mettere un identificativo su ogni wallet, come se fossero delle auto. Dopotutto, dice, non vi farebbe incazzare se qualcuno investisse il vostro cane e…
Sciocchezze a parte, in molti sono inviperiti con SEC e Gary Gensler. Tom Emmer, Repubblicano del Minnesota, dice addirittura che Joe Biden avrebbe abusato, oltre la legge, dei suoi poteri. Con il Congresso in mano repubblicana, sembra sia difficile che Zio Joe riesca davvero a tassare il mining per un ulteriore 30% (sì, l’ha detto e scritto veramente).
Paul Krugman si chiede per 10 anni a cosa serva Bitcoin, poi gli bloccano il conto (dall’account Twitter del Premio Nobel per l’Economia)
Sono quasi 10 anni che Paul Krugman, Premio Nobel per l’Economia, si chiede a cosa serva Bitcoin. Abbiamo PayPal, Venmo, i conti bancari, diceva. Poi un giorno il suo conto Venmo viene bloccato. Lecito chiedersi se sia anche lui un trafficante di esseri umani o di stupefacenti, dato che in passato riteneva che giusto queste due categorie avrebbero problemi con il circuito bancario classico.
Problema comunque rientrato, perché quando sei il Premio Nobel, prima o poi qualcuno telefona, si scusa, risolve e scodinzola ossequioso.
Potremmo chiamarla l’economia del lei non sa chi sono io. Se si fosse trattato di un povero Cristo probabilmente ci sarebbero voluti mesi (sì, è capitato a molti, ad esempio con PayPal). Se vi state ancora chiedendo a cosa serva Bitcoin, look no further, direbbe Paul. In alternativa, se ci tenete ad evitare problemi o quantomeno a risolverli, abbiate la buona creanza di vincere un Premio Nobel.
Silicon Valley Bank chiude, USDC perde la parità con il dollaro (da Criptovaluta.it)
Silicon Valley Bank, 18esima banca negli USA per quantità di depositi e cassaforte di quella strana genie di capitalisti di ventura che finanziano la qualunque, ha chiuso.
Poco male direte voi, forse vedremo meno schiacciapatate con Bluetooth incluso ed non saremo uccisi nella notte dalle lavatrici ribelli. Dopo che vi sarà passato il momento Unabomber pensate alle cose serie. È un problema, enorme, perché le banche hanno la tendenza di prestarsi soldi (i vostri) l’un l’altra. E quando una affonda non è mai chiaro quante se ne porterà dietro.
Possiamo fregarcene perché abbiamo Bitcoin, vero, ma la decenza umana di base imporrebbe un po’ di pena per chi ci ha rimesso i soldi dello stipendio che lì gli venivano accreditati. In un curioso capovolgersi degli eventi, a finire in crisi è anche USDC, uno stablecoin che aveva parte dei suoi depositi in quella famosa, certificata, verificata, apprezzata banca.
Non è chiaro se, quanto e come verrà recuperato e sul liberissimo mercato della finanza quasi decentralizzata USDC non viene più scambiato a 1,00$, ma a circa 0,95$. Le magie della formazione libera del prezzo, una roba che aveva capito anche Lenin, ma non i capoccioni di Federal Reserve, Washington, Roma, Bruxelles, e compagnia.
Lo aveva capito anche Lenin
Lenin non era un genio economico, ci mancherebbe, ma aveva capito comunque molto di più degli altri bolscevichi del suo tempo e dei comunisti russi che gli succederanno.
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Nel 1921, capito che il comunismo di guerra aveva creato dei danni inenarrabili e che l’eliminazione del denaro non era poi questa grande idea, introduce la Новая Экономическая Политика, e cioè la Nuova Politica Economica.
Tra le altre cose Lenin decide di emettere i cervoni, moneta ancorata all’oro, perché senza stava andando tutto alla malora, tanto la Rivoluzione Bolscevica quanto le possibilità di un pasto caldo giornaliero per la popolazione.
Gli storici, che di economia spesso capiscono meno di Lenin, raccontano malvolentieri che si tornò anche ad un’economia basata sulla moneta e soltanto in parte sulle mazzate.
Si ma che ce ne frega di Lenin? Al leader storico dell’Unione Sovietica venne attribuita, da John Maynard Keynes, una frase che poi pare non abbia veramente detto.
Il modo migliore per distruggere il Capitalismo è degradarne la moneta.
Dove per capitalismo si intende un sistema dove la proprietà privata è permessa e dove quel nucleo di diritti individuali che a ovest di Atene sono considerati da millenni la base della civiltà sono (erano?) garantiti. Sul tema sempre Keynes, per quanto la citazione fosse spuria, commenterà:
Lenin aveva sicuramente ragione. Non c’è modo più subdolo e sicuro di rovesciare le basi esistenti della società di degradarne la moneta.
Questo è interessante per due ordini di motivi. Il primo è che a quanto pare Keynes non era 24 ore su 24 il degenerato che vi raccontano. Il secondo è che tutti sapevano che una società funzionante, una società di benessere per gli atomi che la compongono non può fare a meno di una moneta incorrotta e possibilmente incorruttibile. Anche uno lento come Lenin.
C’è un’altra cosa però che i più svegli avranno elaborato riguardo la Nuova Politica Economica di Lenin. E cioè che senza una minima presenza di sistema libero dei prezzi non si sarebbe andati da nessuna parte. Un sistema di messaggi certo non perfetto ma il meglio che l’umanità sia mai riuscita a partorire.
Nella settimana del fallimento di due banche che in cassa avevano sicurissimi bond del Tesoro USA, titoli diventati di rischio dopo che Federal Reserve ha giocato - come fanno tutte le altre banche centrali - all’Allegro Chirurgo con i tassi di interesse, forse sarebbe il caso di ripensare la capacità del nucleo di dotti che decide come va e dovrà andare l’economia.
Perché se ci è arrivato Lenin, che non era un fulmine in economia, forse possiamo arrivarci tutti. Se nessuno si sognerebbe di calmierare il prezzo dei pomodori, dei sandali, della vodka sovietica o del caviale, perché mai dovremmo stabilire a tavolino i tassi di interesse? Che poi vuol dire stabilire per decreto la quantità di moneta circolante e di fatto il prezzo di qualunque cosa.
Dato che oggi siamo in Unione Sovietica, un messaggio per gli amici Bitcoiner sepolto tra le mille poesie di un altro Vladimir, questa volta Mayakovsky:
Il futuro
non arriva da sé,
se
non ci diamo da fare.
Prendilo per le pinne, komsomol!
Prendilo per la coda, pioniere!
Sono orgoglioso di leggere Gianluca e di coltivare pian piano un' amicizia con lui.
Come dicono i saggi buddhisti, quando l' allievo è pronto il maestro arriva.
Dunque forse sono pronto perché il maestro è arrivato.
Un abbraccio.