I quattro cavalieri dell'Apocalisse
Senza il regolatore è sempre il diluvio. L'acqua però è sempre la stessa e non è che bagni sempre sempre
«Dopo di me il diluvio». Che mondo sarebbe senza regole? E senza Nutella®? Chi vi proteggerebbe da terroristi, mafiosi, trafficanti di droga e pedofili? Sempre loro: le regole più stringenti per chi vi è sottoposto, e più elastiche per chi le deve applicare. Sì, è stata un’altra settimana ai limiti dei limiti.
Hey tu, delinquente
Dopo le CBDC solo i delinquenti useranno Bitcoin - non l’ha detto qualche scemo su Twitter, ma il Premio Nobel per l’Economia Paul Krugman.
La domanda di criptovalute arriva ora in parte da persone che, onestamente, giustamente o meno, non si fidano delle banche, e in parte da persone coinvolte in attività illecite.
Il primo gruppo affluirà verso le valute digitali delle banche centrali, che offriranno la comodità del banking senza i rischi percepiti oggi.
Questo aiuterà a sgonfiare la bolla cripto. E, cosa più importante, suggerirà che chi continuerà a utilizzare le valute digitali private sarà un poco di buono. In verità, toglierà il velo che copre il lato oscuro delle cripto.
Niente veli, niente trucchi, niente inganni. E se avete paura di non essere pronti a riconoscere i criminali che vi circondano, il fatto stesso che vi parlino di Bitcoin sarà giudizio ineluttabile.
Servono più agenti contro i cattivi
SEC sta assumendo - L’agenzia governativa che si occupa di vigilare sui mercati che gli competono (e anche su quelli che non gli competono) cerca nuovi specialisti. Gli stipendi non sono poi granché, ma se volete fare le guardie contro i ladri sulla nuova frontiera del west, questa è la vostra occasione.
I più maliziosi tra i miei 25 lettori si staranno chiedendo il perché di allargamenti di organici mentre non è ancora chiaro se sia SEC a doversi occupare del mercato crypto. Risposta non c’è, o forse chi lo sa, caduta nel vento sarà.
Uno dei Kennedy si candida - e sarebbe pro Bitcoin
Nella caccia matta e disperatissima a qualcuno che li rappresenti, certi bitcoiner si spellano le mani per Robert F. Kennedy, che sarebbe nipote di quell’altro Kennedy che tutti ricordate sulla decappottabile. Poco importa: un cognome del genere fa ancora tremare i muri a Washington.
Why is a raven like a writing desk?
Robert si vorrebbe candidare alle primarie per la Presidenza degli Stati Uniti e a quanto pare vedrebbe in Bitcoin uno strumento per resistere a certe ingerenze della politica.
I più ottimisti ci vedranno un miglioramento: eravamo partiti con principi decaduti serbi e politici polinesiani da strapazzo e ora invece abbiamo uno stato dell’America Centrale e una delle famiglie più importanti della storia degli USA. Funzionerà? Non funzionerà? Abbiamo davvero bisogno di un altro Cappellaio Matto?
Il New York Times fa il New York Times
Nessuno si aspetta di raccogliere ciliegie dalle querce. Altrettanto pochi si aspettano di leggere qualcosa di trasparente dal New York Times quando si parla di Bitcoin. È uscito un lunghissimo speciale che ho già commentato qui in dettaglio.
Calcoli sballati, zero rispetto per l’aritmetica, qualche aggettivo chirurgico qui e lì, foto sfocate e foschia che in Texas c’è solo quando passano quelli del NYT. Gli ingredienti sono sempre gli stessi - e anche il piatto finale non è che cambi poi molti. So che vi siete stufati di questa minestra, ma se avete qualche minuto da perdere, tramite il link precedente potete accedere ad una disamina completa, in italiano, da quanto scritto dal grande giornale.
Salvarsi? E da chi?
Già ai tempi dell’attacco frontale alla crittografia per tutti, persone più intelligenti di chi vi scrive fecero notare che i Cavalieri dell’Apocalisse sarebbero stati sempre i soliti quattro: riciclaggio di denaro, pedofilia, terrorismo e traffico internazionale di droga.
Ai tempi si voleva proibire alle persone di nascondere i loro messaggi ai governi. Oggi noialtri buontemponi si vorrebbe fare il denaro per conto nostro e, possibilmente, scambiarcelo.
Il meccanismo non è granché nuovo, ma funziona: il mondo è troppo pieno di pericoli per rinunciare alla segretezza delle corrispondenza, e oggi anche a quella delle transazioni. In mezzo ai vostri 50.000 satoshi per un piatto di pasta si nasconderebbero anche i pagamenti per interi container di cocaina, pedo-pornografia, missili che finiranno nelle mani dei terroristi e proventi del racket. Ed è un rischio che non vorreste mai correre, no?
Non è tutta paura: una parte del successo di queste strategie poggia sul desiderio di essere salvati che tutti, più o meno, avvertiamo. Un desiderio che potremmo avere non solo nei confronti della mafia o del terrorismo, ma anche da banche centrali, politica, parlamenti e Congressi. Legittimo, ma cercare salvatori nelle regole, nei principi serbi o nei rampolli dei Kennedy sarà difficilmente una buona idea. O meglio, difficilmente ci saranno dei risultati soddisfacenti.
Bitcoin è un grande strumento. Lo è perché vi permette di dire no grazie anche ai cappellai matti. E non perché è un fischietto che attira chi vi promette di venirvi a salvare. Anche fossero i Cavalieri dell’Apocalisse.
Ciao’ sono un free subscriber perche menzionato da matte galt. Perch enn rispondete voi direttamente a Krugman su twittter e anew york times adducendo quello che é vero e reale ?