L'inspiegabile svolta di Tether: negli USA nuova stablecoin. USDT dove le regole non ci sono
USDT via anche dagli USA: Tether lancerà USAT, compatibile, swappabile, ma separata dalla stablecoin storica del gruppo
ROSETO DEGLI ABRUZZI (TE) - Dopo aver abbandonato l’Europa per aver rifiutato le regole imposte dal MiCA, USDT uscirà di scena anche dal mercato USA.
La stablecoin storica del conglomerato Tether rimarrà operativa soltanto nelle economie emergenti, come surrogato del dollaro dove procurarsi quelli autentici è difficile, se non impossibile.
Credo che sia un momento stimolante perché eravamo sotto pressione da parte di concorrenti che vogliono creare un ambiente monopolistico negli Stati Uniti. Noi crediamo che Tether sia il miglior prodotto sul mercato.
Il riferimento - non troppo velato - di Paolo Ardoino è a Circle, società che emette USDC, nemico giurato di USDT, di Tether, del suo modo di fare, del suo atteggiamento verso la compliance e verso le regole.
Quale monopolio? Negli Stati Uniti è stato approvato poche settimane fa il GENIUS Act: è un complesso di regole che fissa dei limiti per emissione, circolazione e riserve delle stablecoin. Perché un monopolio? Perché le nuove regole impongono:
Riserve 1:1 in bond USA a breve scadenza (90 giorni), oppure Repo e Reverse Repo, oppure ancora cash.
Tether ha riserve molto variegate, più ampie del circolante in USDT, ma che fanno affidamento anche su oro e Bitcoin. Cosa non tollerabile dal nuovo regime stablecoin negli USA. [Puoi verificare le riserve di Tether qui]
Circle ha invece il 100% delle riserve investite in un fondo money market gestito da BlackRock [qui tutte le informazioni] che è certamente più compliant con le nuove regole USA delle riserve di Tether.
Audit
Un audit vero e non soltanto una attestazione delle riserve. Paolo Ardino a marzo aveva affermato: è una massima priorità dell’azienda. Da lì in avanti non se ne è saputo più nulla.
Tether oggi pubblica un’attestazione prodotta da BDO Italia, che non è sufficiente per il nuovo regime USA.
Circle ha Deloitte come auditor, che (dice il sito di Circle) audits le riserve e le finanze di Circle. Tuttavia - è bene ricordarlo - non si tratta di un audit. Circle purtroppo non è nuova a comunicazioni aziendali che forse potrebbero essere più limpide. Tuttavia, essendo oggi una società quotata negli USA, non dovrebbe avere problemi a completare questo passaggio.
Altre regole in divenire
In realtà il GENIUS Act non è ancora operativo, potrebbe essere ritoccato ancora nonostante sia stato già approvato e non è chiaro se, come e in che forma definitiva entrerà in vigore. Per ora gli ostacoli per USDT sono quelli di cui sopra.
Vale anche la pena di ricordare che parte della redditività - enorme - di Tether deriva anche dalla parte di riserve non in bond USA. Il 2024 è stato un anno straordinario per Tether anche grazie alle ottime performance dell’oro e di Bitcoin. Spostare le riserve negli USA con le nuove regole (e inoltre con i tassi che vanno a ridursi) vuol dire distruggere parte di quella potenziale redditività.
Certamente più semplice creare una nuova stablecoin - USAT - renderla compliant dall’inizio e lasciare l’enorme quantità di denaro che è in USDT nel regime attuale. Potrà infatti continuare a operare sia in DeFi, sia invece in quei paesi dove le regole sono relativamente più blande.
Per le medesime motivazioni Tether aveva deciso di non rendere USDT compliant in Europa.
Cosa diranno i maligni e dove (non) hanno ragione
È indubbio che Tether abbia un atteggiamento maggiormente autonomista rispetto a quello di Circle. L’azienda non si è quotata, preferendo rimanere sempre private, cosa che garantisce anche una maggiore libertà di azione e di decisione.
Non si risponde a un pubblico ampio di azionisti, le decisioni rimangono (senza l’ossessione delle trimestrali) in capo al gruppo dirigente che ha reso Tether l’azienda più di successo di tutto il mondo crypto.
Senza dover scomodare filosofi e motivatori - Tether ha sempre deciso di non vivere la vita imposta da altri (raccogli capitale, quotati, vai a suonare la campanella al NYSE) e non vi è motivo per contestargli di aver vissuto secondo le proprie regole.
Il non essere quotati e avere una gestione delle proprie risorse autonoma porta ogni tanto a degli equivoci - come quello del numero dei Bitcoin nelle riserve effettive - un prezzo per l’autonomia che Tether però ha sempre voluto pagare.
Chi si lamenta e vorrebbe una maggiore trasparenza può scegliere una stablecoin più vanilla come USDC, che dopo lo spavento Silicon Valley Bank oggi tiene tutto in bond USA a breve scadenza e offre forse maggiore trasparenza (essere quotati negli USA non è uno scherzo in questo senso).
È il mercato, diceva qualcuno, bellezze. E da un lato ci sarà chi persevererà (fuori dagli USA) con un atteggiamento più punk e chi invece con un atteggiamento più vecchio stampo. Senza tenere conto dell’enorme numero di stablecoin che si riverseranno sul mercato ora che le regole negli USA saranno finalmente chiare.
I più pettegoli, che con il passaggio di Tether negli USA pensavano di poter mettere gli occhi sui numeri degli altri affari del gruppo (a El Salvador e altrove) rimarranno delusi.
L’unica incognita sul tavolo saranno i rapporti tra Tether e il mondo dei bitcoiner - rapporti certamente privilegiati, con Tether che gode di una reputazione che nessuna società del mondo crypto ha tra i bitcoin maximalist - dopo la sempre maggiore vicinanza all’amministrazione Trump.
Non c’è infatti soltanto Howard Lutnick, Cantor Fitzgerald (custode delle riserve Tether), al Commercio, ma anche Bo Hines (ex task force crypto di Donald Trump) a capo di USAT. Sì, avete letto bene, a capo della nuova impresa di Tether negli USA ci sarà un ex del governo Trump che era stato messo nel team che avrebbe dovuto preoccuparsi del mondo crypto e dell’ormai dimenticata riserva in Bitcoin.
Qualcuno ci vedrà la resa del mondo crypto e Bitcoin più punk, altri la necessità anche di proteggersi con rapporti politici mentre si hanno 160 miliardi di dollari in cassa. 160 miliardi che portano a più miti consigli e a cercare dei punti di contatto con le amministrazioni di tutto il globo. Non si può, d’altronde, gestirsi da salumeria mentre si è un gruppo finanziario di queste proporzioni.
Altre novità
Francesco Galella - che è Head of Review di Criptovaluta.it - ha attivato qui il suo substack. La prima delle pubblicazioni è molto interessante per un motivo assai semplice: ri-umanizza mercati e investimenti.
E ci ricorda anche che il nostro rapporto con il denaro è un po’ come il rapporto che abbiamo con la partita allo stadio, con il nostro piatto preferito o anche con un libro o una canzone che non possiamo smettere di leggere o ascoltare. Sono storie che sono nate con le persone che abbiamo amato di più (nonni, genitori, fratelli e amici), e se i mercati sono spesso sangue e merda è anche perché toccano certe corde del cuore (e non soltanto del portafoglio).
Gran pezzo come sempre GG. Un ringraziamento speciale per la menzione che mi hai dedicato. La tua capacità di scrittura, in grado di ipnotizzare chiunque, è per me qualcosa di affascinante. Un mentore come pochi. Ci becchiamo qui e su quel gigantesco colosso di Criptovaluta.it ❤️🚀