Lo squalo, Bitcoin e un sindaco tutto scemo
Neanche Steven Spielberg sarebbe riuscito a girare il capolavoro più americano di sempre: l'approvazione dell'ETF Bitcoin Spot
VILLA ZACCHEO (TE) - Mi si nota di più se rifiuto lasciando la porta aperta o se apro la porta pur rifiutando? SEC piazza un capolavoro di doppiopesismo con il quale dovrebbe, almeno secondo le logiche di Washington, salvare la faccia.
Sì, anche gli appassionati della primo e unico sistema monetario distribuito, separato dallo stato, con un numero finito massimo di esemplari sbirciano quanto accade negli USA. E chi vi dice il contrario mente.
WASHINGTON - BlackRock ha aggiornato il suo filing per l’ETF Bitcoin Spot. Dopo che SEC ha detto che dal primo filing mancava qualcosa, il più grande gestore di investimenti al mondo ha fatto qualche correzione, cliccato su INVIA e ora aspetta una risposta positiva da parte di SEC.
È importante per Bitcoin? Probabilmente sì, sul breve. Eserciterà pressioni importanti sul prezzo di BTC? Chissà. Permetterà ai poteriforti di prendere possesso di Bitcoin e di indirizzarne la vita futura? No. E lo sanno anche quelli di BlackRock, che più modestamente vogliono solo intascarsi le potenzialmente interessanti commissioni che derivano dalla gestione.
HONG KONG - Arriva una task force governativa. Che vuole fare la piccola città-stato? Diventare un hub Web3 e crypto. Interesse sincero? Svolta nel Lontano Oriente? Più probabilmente una trovata per attirare qualche azienda di un settore che, nonostante la bolla AI, continua ad attirare capitali importanti, per quanto in discesa.
Hong Kong ha aperto al trading crypto - solo sulle principali - poco più di un mese fa. E potrebbe giocare un ruolo importante (ma meno fondamentale di quello che raccontano tanti diretti interessati) nei futuri sviluppi. Chissenefrega del Web3? Ok, ma meno paesi si allineano alla narrativa del dobbiamocontrollareipirati più spazio il settore avrà per farsi gli affari suoi. Bitcoin compreso.
ROMA, PECHINO - I due prossimi governatori di Banca d’Italia e della Banca Popolare Cinese (la banca centrale di Pechino) hanno qualcosa in comune: odiano Bitcoin e gli stablecoin. Li odiano così tanto da non resistere dall’esprimersi in pubblico su quanto siano dannosi per la società, su quanto manchi poco alla loro morte, etc.
Gente uscita da Jurassic Park o semplicemente con agenda alternativa? Fabio Panetta, che peccherà di tutto ma non di onestà, lo ha messo nero su bianco.
Se gli emittenti di stablecoin potessero investire i loro asset a riserva nella forma di depositi senza rischio presso la Banca Centrale, questo eliminerebbe il rischio di investimento che ricade su chi detiene stablecoin. E l’emittente di stablecoin potrebbe offrire ai detentori di stablecoin un mezzo di pagamento che sarebbe uno stretto sostituto per il denaro delle banche centrali.
Grazie Fabio, lo sospettavamo. Ora che però possiamo puntare al discorso di cui sopra, non ci prenderanno più per quelli con il cappellino di stagnola. Qui su Criptovaluta.it il discorso quasi completo.
MONDO - I VC, i venture capitalists, quelli che mettono un sacco di soldi ovunque nella speranza che qualcosa sia la prossima Apple, Facebook o anche soltanto Ethereum, hanno investito il 70% in meno nel mondo crypto. Rispetto a quando? Rispetto allo scorso settembre. È un problema? Certamente per chi aspettava il prossimo coin o token portato su da certi meccanismi.
Bitcoin resisterà - il resto non si sa. Una bella sfoltita, approfittando del bear market, non sarebbe forse affatto male. Il fallimento, parafrasando quello, è l’unica igiene del mondo.
Arrivano gli squali
Lo Squalo, diretto da Steven Spielberg, è uno dei migliori film per chi vuole capire come funzionano le comunità umane.
C’è il sindaco che non vuole far sapere in giro che c’è uno squalo che mangia persone, che poi salterebbe la stagione e con essa i guadagni per la sua cittadina.
C’è il medico che imbeccato dal sindaco dichiara la prima morte, quella di una povera ragazza, come causata dall’elica di una barca e non dal suddetto squalo.
C’è un primo squalo che ci rimette le penne pur senza aver mangiato nessuno, con tutti o quasi che però si accontentano di aver trovato un colpevole e non necessariamente il colpevole.
C’è il superstite che vuole prendersi una rivincita, dopo aver visto i suoi compagni di avventura decimati, anni prima, proprio dagli squali.
E poi c’è lo squalo, che finché l’allegra combriccola umana si affanna nei piccoli problemi di tutti i giorni, nell’avidità e nell’eroismo, mangia chi può, quando può, come può.
Su questa storia di BlackRock ci sarà da capire, magari tra qualche anno, chi sarà lo squalo, chi sarà il sindaco e chi sarà il medico che certifica l’incertificabile. Per i più ottimisti, come chi vi scrive, a rischiare le chiappe è più chi si ritiene intoccabile perché culo e camicia con chi quell’ETF ha potere di approvarlo o meno, che il nostro caro, vecchio Bitcoin. Che di Larry Fink e di BlackRock non se ne può fregare di meno.