Quando si rompono i soldi
A Istanbul si sono rotti i soldi, ma le cose non stanno andando come ve le raccontano i "Bitcoin fixes this"
ISTANBUL - A Istanbul si sono rotti i soldi. Non è una novità, è vero, ma il vostro affezionatissimo è andato a vedere se ovunque fosse un fiorire di Bitcoin, di dollari sottobanco e di Tether, di sistemi per aggirare la morsa mortale della Lira Turca.
No, non è così. I turchi continuano ad utilizzare, soprattutto per le spese di tutti i giorni, le care vecchie lire, quelle che hanno perso il 75% del valore nel giro di pochi mesi. Sì, rispetto a qualche anno fa dovrete girare con un bel mazzo di soldi, non ancora voluminoso come quello di Weimar.
Bitcoin, che è ad un click di schioppo per qualunque turco, non ha granché preso piede, se non come investimento in un paese che già con l’arrivo dei broker forex aveva dimostrato una certa ludopatia collettiva.
ISTANBUL - Niente Bitcoin, siamo turchi. Avrai visto anche tu le foto del gran bazar con gli sticker di Bitcoin sulle vetrine. E avrai sentito anche tu i racconti farneticanti di certi account Twitter. La verità è che in Turchia, per legge, non si può pagare in Bitcoin. E per quel che conta neanche in crypto.
Le foto che avrai visto anche tu sono di cambiavalute - alcuni dei quali vendono fisicamente Bitcoin e Tether. Se sei in partenza per Istanbul con il tuo wallet Lightning in tasca sarai destinato a rimanerci parecchio male.
Durante il soggiorno nella vecchia Costantinopoli amici di amici di amici mi hanno però raccontato una storia parecchio curiosa. Hai presente le sanzioni alla Russia e il controllo sui capitali di Mosca per trattenere valuta estera? Almeno in parte la stanno aggirando proprio grazie a Tether. Ho raccontato la storia sull’ultimo numero del Magazine di Criptovaluta.it®.
TWITTER - L’altrimenti sconosciuto account Twitter che risponde al nome di L0la L33tz si è visto rifiutare un pezzo per Coindesk. A quanto pare non c’è nulla che non andasse con il pezzo in quanto tale, se non il tema principale. L’articolo parlata di Chainalysis, società tristemente nota per condurre indagini per svelare i segreti delle transazioni su blockchain.
Una macchina di sorveglianza utilizzata già da diversi governi - non è la prima volta che lo sentiamo - che non è che poi funzioni così bene. I bitcoiner duri e puri hanno sempre affermato lo stesso. Questa volta a dirlo è un tribunale - o meglio - quanto affermato da uno dei dirigenti di Chainalysis in tribunale.
E perché allora non pubblicare la storia? Perché - dice L0la L33tz - Digital Currency Group, il gruppo che controlla Coindesk, ha investito in passato in Chainalysis. Sarà così? Non sarà così? Giudica tu, perché intanto il pezzo è stato pubblicato da Bitcoin Magazine.
BLACKROCKISTAN - Arthur Hayes, il fondatore di BitMEX, si dice parecchio preoccupato dell’arrivo di BlackRock e delle altre simpatiche canaglie che stanno mettendo le mani su Bitcoin tramite ETF.
Quale impatto avrebbe un gestore di asset come BlackRock sui BIP [le proposte di miglioramento/aggiornamento di Bitcoin, NDR] che, ad esempio, aumentano la privacy o la resistenza alla censura?
BlackRock, Vanguard, Fidelity, ecc. si affretteranno ad offrire ETF che seguono un indice di aziende di crypto mining quotate in borsa.
Molto rapidamente, i miner scopriranno che questi mega gestori di asset controlleranno grandi blocchi di voti delle loro azioni e influenzeranno le decisioni aziendali. Ho speranza che possiamo rimanere fedeli al nostro Signore, ma il diavolo attende e offre un canto delle sirene a cui molti non possono resistere.
L’articolo originale è qui. A chi ti scrive le preoccupazioni sembrano eccessive. E se Bitcoin non è in grado di resistere… βαλλ᾿ἐς κόρακας.
NEW YORK - Sam Bankman-Fried ha passato i primi giorni di carcere a pane e acqua. Gli avvocati hanno protestato anche per l’assenza di pasti vegani e per l’impossibilità di procurarsi medicinali. La reazione istintiva di tutti è di farsi una grassa risata.
Dopo qualche minuto però dovrebbe prevalere il buonsenso e capire che se deve aspettare il processo così, tanto vale non processarlo. Cosa che potrebbe andare anche bene, se non fosse che almeno il vostro affezionatissimo vorrebbe sentire dalla sua viva voce dei legami politici e ai massimi livelli di cui ha potuto godere.
Il giudice ha comunque richiesto al carcere condizioni più umane - e comunque accesso ai farmaci (SBF prende anti-depressivi e Adderall).
Quando si sfasciano i soldi
ISTANBUL - La prima volta che ho messo piede a Istanbul con 1 euro si potevano comprare meno di 2 lire turche. La città era piuttosto cara per me che arrivavo da una piccola provincia del centro Italia e bisognava comunque farsi qualche conto prima di spendere in giro.
Poco dopo ci ho passato, da residente, tanti anni, e ho visto la lira scivolare lentamente verso il cambio 1:3 contro l’Euro.
Ancora una volta, nonostante il PIL pro-capite fosse molto più basso di quello italiano, si doveva fare di conto per sopravvivere. Per un affitto in un buon quartiere era difficile cavarsela con meno di 700 euro per 2 stanze. Una cena fuori in un buon ristorante costava almeno 25-30 euro a persona. Idem per una serata al pub. Un pacchetto di sigarette costava ben più di 3 euro, contro i 5 scarsi, allora, in Italia.
Il cambio odierno è di 1:30. Chi non è passato da Istanbul recentemente si aspetterà una situazione alla Weimar, mentre non c’è in realtà nulla di tutto questo. I cittadini continuano a essere pagati e a pagare in lire turche, i prezzi vengono aggiornati frequentemente ma non troppo, e ci sono tante chicche sulle quali ti invito a ragionare.
I PREZZI IN REGIME DI MONOPOLIO: metro, traghetto, mezzi pubblici. I prezzi per corsa sono aumentati, ma non tanto quanto l’effettiva inflazione. Ora una corsa su uno degli iconici traghetti costa poco più di 50 centesimi (la metà, in euro, rispetto a qualche anno fa). Le metro costano meno di 1 euro, anche nel caso della nuovissima Marmaray che taglia la città in due passando - per un breve tratto - in acqua.
I PREZZI DI BENI E SERVIZI DI CONSUMO: mangi al ristorante? I prezzi sono diventati ridicoli per chi li misura in Euro. Si può mangiare con 5€ dove fino a qualche anno fa ce ne volevano almeno 15. Si può dormire in hotel che costavano almeno 200€ a notte spendendone meno di 100€, nonostante la grande popolarità di Istanbul negli ultimi anni.
Questo, chiaramente, se si calcola il tutto in Euro. Per i turchi pagare un simit 15 lire turche quando ai tempi ne costava uno… son dolori. Perché è vero che i salari si sono adeguati, ma non del tutto.
I RISPARMI: chi aveva risparmi in Lire Turche ha visto la sua ricchezza liquefarsi. Sono molti? Sì. Sono tutti? No. In Turchia è estremamente facile accedere a dollari o euro, tanto in banca quanto fisicamente. Non ci sono stati granché controlli per evitare la conversione.
CHI CI HA RIMESSO? Quelli che guadagnavano e risparmiavano in lire turche. E ci hanno guadagnato i possessori di hard asset, come immobili, partecipazioni societarie, etc. Non lo dico io, ma gli studi statistici di TURKSTAT, che hanno tutto l’interesse a rappresentare la situazione come meno grave di quello che è.
E ci ha rimesso chi vive del proprio lavoro. Un ristoratore poteva permettersi di vendere un kebab al piatto in cambio di un’ora di lavoro in Italia. Oggi deve accontentarsi di 20 minuti.
L’ultimo quintile, quello più ricco, ha guadagnato parecchio a scapito di tutti gli altri quintili. E questo per dati che sono del 2022 e fanno riferimento del 2021. La sensazione è che ci abbiano rimesso ancora di più, ma si aspetteranno i dati, gli ultimi della terra.
La grande truffa fiat è tutta qui. E per quanto Bitcoin e Tether stiano dando una mano ai più svegli, non possono certo fare granché quando il monopolista della forza può importi di accettare pagamenti soltanto in valuta locale per tutelarne il valore.