GIULIANOVA (TE) - Bitcoin è il nulla di cui non possono fare a meno di parlare. La Bank of International Settlements dice che Bitcoin ha già perso come mezzo di pagamento, il Fondo Monetario invece non si fida e dice: “guai a renderlo valuta ufficiale o a corso legale”. La preoccupazione cresce, in tanti devono rifarsi una verginità dopo aver ballato il tango con FTX e molto, molto altro in una settimana più di manovra che di battaglia.
La Bank of International Settlements: “Abbiamo resistito all’assalto” (da Criptovaluta.it)
GINEVRA - Agustín Guillermo Carstens, ex governatore della Banca Centrale del Messico e oggi in forza alla Bank of International Settlements, ha detto che Bitcoin ha già perso e che le valute classiche hanno resistito all’assalto.
La tecnologia non può rendere una valuta affidabile.
Servono le banche centrali, dice. Verrebbe da chiedersi come abbia fatto il mondo fino ad allora. La storia ci racconta che di monete credibili, ben prima della nascita di qualunque cosa assomigliasse anche alla lontana alle banche centrali, ce ne sono state diverse. Ce ne faremo una ragione.
Il Fondo Monetario Internazionale diffonde le ennesime linee guida (dal sito ufficiale di IMF)
WASHINGTON DC - Bitcoin ha perso, ha fallito, è niente. Però al Fondo Monetario Internazionale non possono smettere di parlarne. Ultimo sforzo dell’istituzione internazionale dei soldi è una raccolta di linee guida. La minaccia più chiara è per quei paesi che potrebbero renderle valuta ufficiale o a corso legale. FMI dice che dovrebbero preoccuparsi di più della loro sovranità monetaria, la libertà di decidere quando, come e perché stampare denaro. Se ne potrebbe anche discutere, se non fosse che l’unico paese ad aver fatto tale passo fino a oggi è El Salvador, che era già dollarizzato e sprovvisto di valuta propria.
Già qualche tempo fa il Fondo Monetario Internazionale aveva lasciato intendere le sue preferenze: una valuta digitale delle banche centrali, tramite la quale imporre anche determinate scelte politiche ai cittadini. Un esempio? Ridurre le emissioni limitando certi acquisti. Non è farina del mio sacco, ma del documento del Fondo Monetario. Ne avevo parlato insieme a Matteo Navacci (qui il suo Privacy Chronicles su Substack, che vi consiglio di leggere).
I repubblicani fanno le barricate contro il dollaro digitale (qui dall’account Twitter di Tom Emmer, membro del Congresso)
WASHINGTON DC - Si potrà rinfacciare di tutto alla politica americana, ma non di non avere dibattito anche sulle cose serie. Mentre in Europa sono tutti pronti ad accogliere l’Euro Digitale, negli USA qualcuno prova a organizzare le barricate contro il Dollaro Digitale / CBDC. Il Membro del Congresso Tom Emmer, che è anche Whip dei Repubblicani, ha depositato una proposta di legge che limiterà fortemente l’operatività di Federal Reserve in questo senso.
I paletti sono così stretti da rendere qualunque proposta di Dollaro Digitale inutile. Se così dovesse andare a finire, non ci strapperemo i capelli. Siamo sempre in attesa di un segnale di vita da qualche politico europeo che capisca non la pericolosità, ma quantomeno la necessità di dibattito prima di una svolta del genere.
Un nuovo capo della World Bank. E no, Bitcoin non gli piace (da Criptovaluta.it)
WASHINGTON DC - Ajay Banga, ex Mastercard, guiderà la Banca Mondiale. Pare sia più in linea con i desiderata, non solo economici, dell’amministrazione Biden. A lasciare il posto sarà David Malpass, che a quanto pare pagherà il suo non essere pienamente convinto del riscaldamento globale. Ciance a parte, il neo-governatore non sembra apprezzare particolarmente Bitcoin.
La criptovaluta è pattume. […] Non c’è prevedibilità e non c’è trasparenza.
Sì, si riferiva a Bitcoin. Curioso che qualcuno che capisce come funziona il denaro trovi Bitcoin privo di regole e di prevedibilità. Bitcoin è così prevedibile da essere quasi noioso. Sapete di avere un blocco di media ogni circa 10 minuti. Sapete che ogni blocco conterrà, fino al prossimo dimezzamento, 6,25 Bitcoin di nuovo conio. E poi che diventeranno la metà, e poi di nuovo la metà e poi la metà ancora. Di contro, sotto, la massa monetaria del Dollaro USA. Il grafico del potere di acquisto invece ve lo cercate da soli, tanto basta usare Google.
Bitcoin è grande, Satoshi è il suo profeta
Siamo abituati a vedere le grandi religioni e movimenti spirituali al loro apice, o comunque dopo che si sono diffusi e stabilizzati. Non è stato sempre così. Il cristianesimo delle origini finì per ritrovarsi nelle catacombe. Maometto stesso, oggi ultimo dei profeti per 2 miliardi di persone, si trovò ad un passo dall’obliterazione di se stesso e del suo credo.
Sarebbe bastato tanto così e non avremmo mai sentito parlare di Islam. Che c’entra con Bitcoin e con il denaro? Ora ci arriviamo.
Bitcoin ha solo 14 anni e, come i grandi movimenti spirituali di cui sopra, è già oggetto di attacchi, frontali e non, da parte di chi detiene il potere. I quattro esempi di questa settimana sono soltanto gli ultimi di una lunga serie - e ne precedono altrettanti che racconteremo settimana per settimana.
No, non è vittimismo. Bitcoin è nato con un grande obiettivo. È riuscito ad andare oltre la fase embrionale e qualcuno gli vuole muovere guerra usando il più vecchio stratagemma del mondo, ovvero dichiarandola santa.
Fino a qualche anno i bitcoiner sembravano dei suonati. Un gruppetto di cypherpunk, di libertari un po’ nerd che vuole soppiantare le banche centrali? Che vuole separare la moneta dallo stato e dal potere politico e militare? Fantasie da svitati - e pochi di voi che mi leggete avrebbero pensato il contrario.
Le cose cambiano - e il fatto che tutte le istituzioni principali del pianeta sentano il bisogno di ricordarci quanto inutile sia Bitcoin è il segno inequivocabile di questo cambiamento.
Sì, è la vecchia storia del prima di ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Ed è il miglior scenario possibile che Satoshi Nakamoto e i pionieri avrebbero potuto immaginare.
Tutto questo per dire cosa? Stiamo guardando all’evoluzione di questo esperimento monetario decentralizzato da un lato sbagliato e riduttivo. E che le analogie con una religione, con un grande movimento spirituale o rivoluzionario e politico ci sono, sono evidenti e collocano Bitcoin per analogia ad un ottimo punto del suo percorso.
Abbiamo il profeta, che poi è Satoshi. Abbiamo la timechain. Abbiamo i più intimi del Profeta, ai quali viene perdonata anche qualche caduta di stile e qualche comportamento eterodosso. Abbiamo quelli arrivati per ultimi che si dimenano per dimostrare di valere la presenza nel gruppo.
E abbiamo anche approfittatori, gente che la pensa diversamente, chi vuole guadagnare dicendo la sua in qualche libro da spingere qui e lì, abbiamo chi ritiene le parole del Profeta più o meno simboliche, più o meno eterne, più o meno valide anche oggi che il contesto è cambiato.
I più ansiosi vedranno in questo i sintomi di una comunità (di intenti ma anche di persone) ormai malata e destinata ad avvitarsi su se stessa. Di una comunità che si consuma in discussioni futili o comunque più accese di quanto dovrebbero essere.
Invece è tutto nella norma e come dovrebbe essere.
È nella norma che qualcuno, arrivato prima di altri, desideri una sorta di posizione preminente o di diritto alle uniche opinioni che contano.
È nella norma che ci vorrà del tempo. Tanto tempo.
Se il blasfemo paragone con le grandi religioni alle origini non vi piace - e avete tutta la mia comprensione - pensate che la Mayflower arrivò sulle coste dell’America il 19 novembre del 1620 e che solo centocinquantatre anni dopo avremo il Boston Tea Party. E che da lì ci vorranno altri 15 anni per scrivere la Costituzione degli Stati Uniti d’America.
E che nel mezzo ci furono litigi, guerre personali, piccole questioni diventate enormi come l’ego delle persone coinvolte. Carne da macello e carne da pensiero, santi, stronzi, schiavisti, scrittori, giocatori d’azzardo, amici dei rivoluzionari e del re, arrivisti, investitori e signori della guerra.
Non aver paura, Dio è con noi.1
Una postilla prima di salutarci: pensare che Bitcoin sia inevitabile è un ottimo modo per farsi forza ma un pessimo programma operativo. Ci vorrà impegno, possibilmente da parte di tutti. Ci saranno questioni che porteranno a spaccature - vedi Ordinals e Inscription - ci sarà chi abbandonerà e chi la penserà diversamente. Ma finché si continuerà a fare - e finché continueranno a parlare di Bitcoin, potremo essere certi della cosa più importante, e cioè di essere ancora vivi. E no, non sono i Bitcoiner a tentare la via della guerra santa. Sono i sacerdoti del denaro che avete in tasca a voler tentare la sortita mortale.
Sono le parole che Maometto disse a Abu Bakr, in una delle storie fondamentali della vita del Profeta e che è riportata anche nel Corano. Dato che la permanenza a La Mecca stava diventando pericolosa, Maometto decise di abbandonare la città per rifugiarsi a Medina. Ad accompagnarlo il fedele Abu Bakr. I due trovarono temporaneo rifugio in una grotta e fu Maometto a proferire tali parole - molto conosciute tra i musulmani - per rassicurare il compagno, ad un passo dall’essere obliterati e con loro l’Islam delle origini. Potete trovare la storia nella sura At-Tawbh (del Pentimento), al verso n. 40
In un tempo remoto di cui si è persa memoria, un uomo girava tra le tribù degli uomini ad insegnare ai suoi simili ad accendere il fuoco, cosicché le tribù potessero scaldarsi e cuocere il loro cibo.
Gli altri uomini cominciarono a vedere l'uomo del fuoco come un maestro, come un profeta, come un figlio delle divinità.
Ma l'uomo del fuoco non voleva questo, voleva solo insegnare loro l'utilizzo della fiamma.
Così fu che i sacerdoti delle tribù stesse cominciarono a tremare, a temere che il loro potere potesse essere portato via dall'uomo del fuoco, ma esso non voleva questo, voleva solo insegnare loro l'utilizzo della fiamma.
Così fu che l' uomo del fuoco fu ucciso dai sacerdoti i quali presero gli arnesi dell' assassinato e li misero su di un altare e costrinsero le tribù ad adorare l'uomo del fuoco ed i suoi arnesi.
Ma lui non voleva questo, voleva solo insegnare l'utilizzo della fiamma.
Dedicato a Gianluca Grossi
Giorgio.
Mamma guarda, sono su Cryptorama!
P.s. molto d'accordo sull'analogia tra Bitcoin e religione.